30.11.12

Hic Rhodus, hic salta




Prendiamo una storia qualsiasi. Non importa quale: la mia, la tua, la sua, storia d'amore o storia di vita. Ci sarà un lieto fine? Nel corso dell'intreccio è impossibile sapere con sicurezza quale sarà il finale. Si può tentare di indovinare, si può formulare una previsione fondata su altre storie, su ciò che è accaduto in passato in situazioni simili. Ma la condizione onnipresente, il vincolo non eludibile è che il finale non è garantito. Non si tratta di una consapevolezza facile da gestire. Facciamo due esempi: accade un terremoto, qualcuno mette una bomba. Nel primo esempio "si poteva e si doveva prevedere. Qualcuno anzi aveva previsto tutto ma non è stato ascoltato". Nel secondo "la bomba deve averla messa un'organizzazione mafiosa". Nell'uno come nell'altro caso, non è contemplato l'imprevedibile, ciò che non è facilmente inquadrabile in un intreccio già noto. Il terremoto non è un evento naturale che sfugge al momento alle previsioni precise, le uniche davvero utili. La bomba non può averla messa un pazzo, qualcuno che per motivi suoi, imperscrutabili a volte, abbia deciso che con l'esplosivo si sarebbero lavate antiche offese. Ci deve essere sempre un disegno. Questo è molto consolante: la cosa più fastidiosa è non capire il senso di ciò che accade, non capire il perché delle cose.
Tornando alle nostre storie, in molte situazioni diciamo o sentiamo dire: "non essere pessimista, chi te l'ha detto che andrà male?" Il finale triste, infatti, non è scritto nelle cose. Ma, d'altra parte, neanche il lieto fine è nelle cose. Nessuno può garantire che finirà male, ma neanche che finirà bene. In questo senso, i più misurati si dichiarano ottimisti non nel senso che sperano di ottenere una sorte favorevole dalla provvidenza. Non pensano "andrà tutto bene", ma sostengono, più prudentemente, che "qualsiasi cosa accada, favorevole o avversa, io avrò la forza di affrontarla con spirito propositivo".
Sorge un ultimo problema a questo punto. Spesso affermiamo di essere forti, di essere capaci, di essere onesti. A volte ci spingiamo addirittura a dichiararci "ottimisti". Può capitare in questi casi di incontrare qualcuno che ci metta in difficoltà chiedendo "sei ottimista? Bene, ora che sei nei guai ... dimostralo". Hic Rhodus, hic salta.

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