
Tra le tante interviste televisive viste mi hanno molto incuriosito quelle in cui l'intervistato voleva mantenere l'anonimato.
Se il protagonista dell'intervista giunge a una decisione così drastica, lo farà di certo per una fondata motivazione. Crede che sia importante fare sentire la sua voce e le informazioni che ha da condividere, ma al tempo stesso ritiene non meno importante evitare che si sappia di chi è la voce "scomoda". I motivi possono essere molteplici e non mi interessa indagarli.
L'aspetto strano è che sembra esserci uno iato tra ciò che l'intervistato vuole e ciò che l'intervistatore può garantire.
Spesso il volto dell'intervistato è poco e male nascosto, la voce non viene per niente modificata. Ci si affida a riprese dalle spalle che poi finiscono per far ben intuire il profilo del "timidone" di turno. Sembra che la tv non possa garantire, a chi lo richieda, l'anonimato completo (per esempio una voce modificata e rendere visibile solo l'ombra dietro a un telo, tipo ombre cinesi).
Credo che l'anonimato sia un veleno che la tv non si può permettere. La tv garantisce la visibilità, l'immagine, il volto, gli occhi soprattutto. Per questo si sforza di andare contro la sua stessa natura per garantire la non visibilità, l'ombra, ma ci riesce, spesso, solo in parte.
In un certo senso gli aspiranti anonimi sono anche aspiranti assassini della tv, è per questo che è con malcelato odio che vengono malamente criptati.
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