18.3.09

Imprigionato nel ruolo istituzionale


Il medico ti ascolta.
Parte dei sintomi che gli racconti sono vere patologie, il resto somatizzazioni. Sta calmo e cerca di capire quanta patologia hai e quanto invece stai somatizzando. Finalmente ti senti ascoltato e sai che lui è competente: sei sincero, hai fiducia in lui.
Ma poi lo guardi bene negli occhi e noti una sottile tristezza. Ma cosa sarà mai? Avrà anche lui le sue preoccupazioni. E invece no! Il suo viso è scuro per via del ruolo istituzionale. Ti sente parlare di mal di pancia, di mal di testa, di stanchezza, di ansia e vorrebbe tanto parlarti anche lui dei suoi problemi, così simili ai tuoi. Sa di essere nella tua stessa barca, anche lui si sente ogni tanto stanco, ha mal di pancia, ha un po' d'ansia, a volte ha mal di testa. Vorrebbe condividere la sua situazione, vorrebbe trasformarsi in amico, in confidente. Ma non può. Se il medico non fosse zittito dal suo ruolo istituzionale, chi potrebbe più guarire?

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