16.10.13

Pareidolia






Su internet ci sono articoli, post o tweet. Sotto si leggono i commenti. Si può ritenere che i commenti si riferiscano a quello che è scritto sopra. Io invece penso che non siano necessariamente legati al contenuto dell'articolo, del post o del tweet. Dipende naturalmente anche dal tipo di argomento trattato: un contenuto specifico, tecnico, non lascia molto spazio alla mente di divagare. Un contenuto più vago invece permette di leggere tra le righe i significati più disparati: ognuno ci legge quello che gli pare: l'articolo diventa solo un pretesto per parlare di sé, dei propri problemi e delle proprie convinzioni. I commenti più tipici sono questi:


-Chi paga? Sempre noi. La colpa è degli sprechi (altrui).

-La colpa è LORO, dei politici ladri. (Con varie declinazioni secondo le antipatie personali. Se odio Berlusconi, sarà sempre colpa di Berlusconi. Se odio i “comunisti”, sarà sempre colpa dei comunisti. Se odio gli stranieri sarà sempre colpa degli stranieri.)

-Succede solo in Italia. All’estero è diverso…

-C’è chi sta peggio (NOI). I problemi sono ben altri (i nostri)

-Per giudicare questo film occorre vedere la versione originale (come ho invece fatto io) che è tutta un’altra cosa.

-Prima (ai miei tempi) non era così

Nei commenti è evidente una sottolineatura del rapporto Io-Altri. Io sono quello che soffre, gli Altri sprecano. Vanno fatti dei tagli: non a me ma agli sprechi altrui. Ai miei tempi era diverso, ora i giovani invece vogliono tutto e subito. Io che viaggio spesso mi rendo conto di quanto siano provinciali gli italioti (in questo caso il rapporto sembra invertito, io sto dalla parte degli altri, che sono sempre avanti rispetto agli italiani).
C'è però un tipo particolare di commenti, che torna spesso, soprattutto nei casi di cronaca:

-Non c’è nient’altro da commentare, condoglianze alla famiglia.

In commenti come questi sono contenuti due desideri strettamente connessi: io devo parlare e gli altri non devono parlare. Non c'è niente da dire ("gli altri non devono parlare") io invece parlo e faccio le condoglianze (oltre a parlare per vietare agli altri di esprimersi).
Sotto gli articoli o ai post più indifferenziati e generici, come può essere la notizia di un omicidio di cui non si sa molto, viene fuori la personalità di chi commenta e soprattutto un desiderio di esprimersi zittendo, al contempo, tutti gli altri.
I commenti non riguardano ciò che è scritto sopra (il contenuto dell'articolo che si commenta) ma spesso riguardano ciò che è scritto sotto (il contenuto degli altri commenti).




Nessun commento: