20.2.09

Eluana era gay

Forse si possono mettere insieme 2 cose molto diverse tra loro: il caso Eluana e la polemica su Povia. Lunedì 9 febbraio: muore Eluana. Rai uno, rete 4, la 7, rai 3 (con alcune finestre) trasmettono in prima serata approfondimenti. Canale 5: gf 9. L'opinione pubblica illuminata insorge, com'è possibile, ci si chiede, ignorare un caso così importante per trasmettere quella pattumiera del gf 9? Potrei rispondere tante cose, ne dico solo alcune: molti critici televisivi hanno sottolineato come in realtà gf 9 non fosse l'unico reality in onda in prima serata. "Porta a porta" così pure come gli altri programmi di approfondimento ne condividevano lo stile e l'amore per l'audience. Secondo punto: la gente è probabilmente giunta a saturazione davanti a tante discussioni inconcludenti: il problema di Eluana è molto serio, soprattutto in vista della legge che sta nascendo, ma non è il Problema dei problemi: gf 9 fa ottimi ascolti. Terzo punto: gf 9 è il nuovo Pinochet? Mi spiego. Negli anni 70 la nazionale italiana di tennis entra nella bufera: alla vigilia della partenza per la finale di Coppa Davis (campionato del mondo di tennis) contro il Cile, l'opinione pubblica illuminata guidata dai politici illuminati, insorge: "Come si può andare a giocare a tennis in una dittatura come quella di Pinochet?". Alla fine i nostri tennisti partono ugualmente, quasi di nascosto, come dei ladri. E vincono pure (per inciso, il punto più alto della nostra storia tennistica). Prima della partenza uno dei giocatori rispose così alle polemiche: "ma perchè non possiamo andare a giocare, quando lo stato italiano intrattiene rapporti commerciali e di altra natura con lo stato cileno?". (Pinochet installa la sua dittatura grazie all'appoggio della CIA). Ora, la gente dimentica le molte relazioni che legano un certo modo di pensare con le cose che invece critica. Criticare il gf 9 per l'amore che sembra nutrire canale 5 verso l'audience, ci fa dimenticare che anche Mentana, Fede o Vespa sono molto interessati all'audience. Rientra nella logica televisiva. Il gf 9 diventa la pattumiera della cattiva coscienza e della superficialità degli intellettuali chic che, zitti per tanto tempo a causa della mancanza di idee, vomitano giudizi morali perchè c'è un caso in cui finalmente possono parlare in nome del Bene e della Verità.
Come se non bastasse arriva sto Luca che era gay e adesso sta con lei. Scoppiano le polemiche, prima sul titolo, poi sul titolo e sul testo (poi addirittura sulla musica). Associazioni gay si ribellano, ma com'è possibile trattare l'omossessualità come una malattia? Lo confesso: nelle critiche preventive ci sono cascato pure io. Ma poi il tutto mi è puzzato di bruciato. L'identità sessuale non è data solo dai geni, dal sistema endocrino, dall'aspetto fisico. L'identità sessuale (come pure quella culturale) è una costruzione. Ci va di mezzo anche l'educazione e gli stati emotivi. Molti aspiranti trans si vedono negare la possibilità di fare l'operazione perchè il consulente si rende conto di essere davanti non a un trans ma a un gay che non si accetta (egodistonico) e vuole perciò cambiare sesso. Oscar Wilde aveva moglie ma si accorse di avere tendenze omosessuali. Ora, perchè non è possibile il contrario? Perchè un certo tipo di educazione non potrebbe impedire di trovare un'identità sessuale equilibrata e spacciarsi per tanti anni per etero quando si è omosex (Wilde e tanti altri) o omosex quando si è etero (il famigerato Luca)? 
Ma, a parte discorsi di psicologia e di identità sessuale ciò che vorrei sottolineare è questo: la paura dell'opinione altrui. Molti, davanti alla minaccia di una canzone anti-omosessuali (cosa che io non ritengo molto fondata) hanno avuto paura che qualcuno dicesse qualcosa contro gli omosessuali. Paura che esistesse una simile idea. Ed hanno reagito irrazionalmente, scagliandosi contro un testo che ignoravano (anche dopo averlo letto). Anche qui la gente, che per tanto tempo è stata zitta per mancanza di cose da dire, ha fatto moralismo è si è scagliata contro il Mostro omofobo. Cari intellettuali-chic, l'omofobia, come il razzismo, va debellata dalla società, ma bisogna essere intelligenti per combatterla, altrimenti si finisce per fare il gioco degli avversari. Se il negro è stato per tanti anni inferiore, ora molti credono che trattandolo con amorevoli cure possa recuperare. Il paternalismo è l'ultimo e più subdolo stadio del razzismo. Il nero ha una sua identità che va rispettata, se la sa cavare da solo e ci si deve rapportare a lui da Uomo a Uomo: il negro non è nè superiore (come si pensa a volte oggi) nè inferiore (come si è sempre pensato), è Uomo come noi. Per l'omosessuale vale lo stesso. Non è una specie in via di estinzione da salvaguardare: è Uomo come noi. Siamo sullo stesso livello, nè superiori nè inferiori. L'omosessualità e il razzismo (come pure il sessismo) non devono essere argomenti tabù. Parli del nero: sei razzista. Cosa hai detto sul fatto che Luca era gay?? Una mente sgombra da pregiudizi si accosta a tali questioni senza il bisogno di stare sulla difensiva: sa che omosessuali e neri sono uomini come noi, non c'è bisogno di usare particolari strategie comunicative. Per inciso, alcune dichiarazioni di Povia sono parse anche a me ambigue, ma parlando del testo della canzone, non mi pare discriminatorio, è problematico sull'identità sessuale. Povia come Gf9-Pinochet, la pattumiera di tutte le frustrazioni e della superficialità dell'opinione pubblica illuminata e dei benpensanti razzisti e omofobi.
La libertà di parola implica il rigetto dello snobbismo e del razzismo che si nascondono dietro le migliori (e acriticamente assunte) intenzioni.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Povia non è un provocatore, nè uno che ha semplicemente posto una questione. E' stato ben attento a scrivere un testo non esplicitamente sessista, ha sempre detto di voler solo raccontare una storia e di non capire perchè, quando tutti parlano di etero che si scoprono omosex, lui non possa parlare di come avvenga il contrario, ma era evidente che era tutto volontariamente progettato per creare proteste equivoche e io l'ho trovato un modo mediocre di farsi pubblicità.
Di fronte ad una canzone (volutamente) presunta anti-omosessuale, quindi, qualcuno ha reagito, come dici tu, irrazionalmente ed è scaduto in un paternalismo difensivo che invece non difende niente, anzi.
Finchè il sesso sarà argomento tabù, l'omosessuale, penso, sarà sempre trattato in maniera, diciamo, particolare, quando, in realtà, di particolare non ha niente: è un uomo come gli altri e ciò che fa a casa sua non lo rende in nessun modo diverso. Così, la platea del festival, anzichè fare spallucce, ha gridato allo scandalo, finendo per fare, come hai scritto tu, lo stesso gioco di chi fa discriminazioni sessuali.
Ad una persona che considera inferiori i gay, non gli si può rispondere che invece i gay sono persone più sensibili e intelligenti (anche se questo fosse vero), perchè in questo modo si gioca nel suo stesso campo e sarebbe una partita persa a priori.
Quando invece sarà più diffusa l'idea che l'identità sessuale è una questione privata e che non può essere assunta come criterio di valutazione di una persona, nè in positivo nè in negativo, allora i vari Povia avranno meno successo e avranno un seguito di opinionisti pseudo-illuminati più ristretto.

Giuseppe ha detto...

Povia "furbetto"? L'ho sentito dire anche ad un critico in tv. Potrebbe benissimo essere così. Però entriamo nel campo delle intenzioni e le intenzioni degli altri difficilmente le possiamo cogliere dal di fuori. A me Povia sta simpatico e quindi sono portato (senza poterlo dimostrare, neanch'io) a non vederlo come un "furbetto"...