25.6.10

Aspettando Cassano o Federer...




I mondiali di calcio scandiscono i periodi della mia vita: sono diventato più cinico dall'ultimo mondiale - quant'ero immaturo due mondiali fa - tre mondiali fa mi facevo troppi problemi - quattro mondiali fa ero un bambino. Andando oltre ricordo solo la semifinale con l'Argentina e la tristezza di vicini e familiari.
Per me i mondiali non sono solo sport, sono tappe simboliche.

L'Italia esce dai mondiali e tutti rimpiangono un certo Cassano.
Antonio Cassano è un talentuoso calciatore italiano, il più talentuoso della sua generazione, amato e odiato per via di un carattere spigoloso. Ma cosa giustifica la devozione mostrata dai tifosi italiani? Il talento no di certo.

C'è un equivico di fondo: Antonio Cassano non esiste. Come l'ebreo errante, è una figura della mitologia.

Che non esista lo dimostrano i fatti: quando ha giocato in nazionale Cassano non è mai stato Cassano, non ha estratto il coniglio dal cilindro nè l'asso dalla manica. La sua età è diventata leggendaria: nato ai tempi del vittorioso mondiale 82, si continua a chiamarlo "giovane" anche se i suoi contemporanei si trovano ormai nella piena maturità calcistica (28 anni). In passato con Cassano in campo si è perso perché anche il più grande genio del calcio ha bisogno di una solida squadra alle spalle (tranne Maradona, forse).

Il calciatore barese è fragile e geniale mentre il Cassano che tutti invocano non è umano. Il Cassano della gente è il deus ex machina, il talento imperturbabile che salva da situazioni disperate, l'attesa di un messia che faccia miracoli. È la certezza che "arriverà il mio momento".

Nella vita di tutti i giorni vorremmo sempre un Cassano nella nostra squadra, aspettiamo la persona che, di colpo, dia un senso a tutto. Il Cassano mitologico, proprio come l'Ebreo Errante ha molti nomi: per alcuni è l'Amore - il principe azzurro o la principessa (rosa?) che redime una vita grigia - per altri è la devozione a persone carismatiche nel mondo del lavoro, per altri ancora un politico potente che possa sbloccare la situazione. C'è anche chi, conservando una certa pudicizia, lo chiama "Fortuna".

In troppi trascorrono tutta una vita aspettando il proprio Cassano e quando lo raggiungono si rendono conto che ... non è abbastanza, ci deve essere di meglio ("il vero Cassano"?).
Chi aspetta Cassano sbaglia sport. La vita non è una partita di calcio, in cui tutti vorremmo avere Cassano tra i nostri 11.

La vita è una partita di tennis. Nei momenti decisivi, si scende in campo da soli e si deve cercare di giocare da Federer, senza che nessuno possa invadere il campo a darci una mano. La partita in quei casi viene sospesa.

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